Come affrontare l’ansia e la paura

Come affrontare l’ansia e la paura

Rassicurare anche con il contatto fisico
Se ci sembra che il malato sia in una condizione di ansia o di paura, possiamo rassicurarlo spiegandogli che capiamo quello che prova, ma che non c'è nulla di cui preoccuparsi. Se sembra che il malato non capisca quello che stiamo dicendo, possiamo forse stringergli una mano, oppure mettergli un braccio attorno alle spalle. Nel caso di allucinazioni che lo spaventano, è meglio non far finta di vederle, ma nemmeno cercare di convincerlo che non esistono.
Rispondere ai sentimenti che esprime
I malati di demenza possono avere difficoltà ad esprimersi: quello che dicono può non essere la vera causa dell'ansia o della paura. Per esempio, se il malato è spaventato e continua a chiedere: «Quanto tempo?», possiamo intenderlo come "Quanto tempo manca al pranzo?". Invece potrebbe significare "Quanto tempo rimani fuori?" oppure "Quanto tempo riuscirai ancora ad aver cura di me?". Meglio conosciamo il malato, tanto più facile sarà capire che cosa cerca veramente di dire. Possiamo comunque sempre rispondere all'emozione che esprime, dandogli sicurezza e dimostrandogli quanto è importante per noi.
Se possibile, distrarre il malato
È esperienza comune che se si riesce a distrarre il malato, egli dimentica la paura o l'ansia. È invece spesso difficile conoscerne la ragione, ma se crediamo di sapere quale sia la causa alla base della sua inquietudine, possiamo per prima cosa cercare di rimuoverla (ad esempio togliendo un soprammobile, un poster o uno specchio, riducendo il numero delle persone presenti nella camera, migliorando l'illuminazione per eliminare le ombre, ecc.). In alternativa, può essere utile allontanare il malato dalla possibile situazione di paura.

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