Le cause delle fobie

Storicamente esistono due tipi di spiegazioni riguardo alla genesi del disturbo di fobia specifica. Una spiegazione è di stampo psicoanalitico, l’altra è di stampo comportamentale.

Secondo la teoria psicoanalitica la fobia specifica ha la sua genesi nell’infanzia. Quando un bambino prova una pulsione aggressiva nei confronti di persone della sua famiglia, per esempio per una delle figure genitoriali, nei casi in cui tale aggressività risulti inaccettabile, questa viene trasformata e deviata verso un oggetto o un animale, altrimenti innocuo, oppure che ha provocato uno spavento.

La pulsione inaccettabile avvenuta in età precoce, può così venire rimossa dalla coscienza, dopodiché rimane a lungo nascosta finché un trauma o un periodo di stress cronico non fa sì che venga di nuovo fuori sotto forma di sintomo, cioè di fobia per quell’animale dell’infanzia oppure ancora una volta trasformata ed indirizzata ad un altro oggetto o animale.

Secondo la teoria del comportamento, invece, la fobia è semplicemente qualcosa che si impara. Guardando al comportamento, infatti, la reazione di paura esagerata di fronte all’esposizione dell’oggetto fobico, è qualcosa che esiste perché almeno in un’altra occasione (forse in età evolutiva) abbiamo avuto quella stessa esposizione, seguita forse da uno stimolo terrificante di per sé (stimolo incondizionato) seguito dal nostro comportamento adeguato (la reazione di paura).

Il problema, secondo questa teoria, è che impauriti come eravamo dal primo oggetto, di per sé innocuo (stimolo condizionato) non ci siamo mai esposti nuovamente a questo, non potendo mai disapprendere la nostra reazione errata (la forte paura inadeguata).

In altre parole, evitando l’oggetto fobico non abbiamo mai potuto vedere quanto fosse innocuo, e per di più corriamo il rischio di lasciare in questo modo che la fobia si generalizzi ad altri oggetti e contesti.

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