Fobia
La parola fobia, in psicologia e psichiatria, indica una paura inaccettabile.
L'individuo che la prova non può fare a meno di essere terrorizzato sebbene il suo insight sia sufficientemente buono da rendersi conto dell'irrazionalità e della sproporzionalità di questo sentimento, che permane per un determinato periodo di tempo e determina un disadattamento del soggetto al suo ambiente.
I tipi di fobia sono l'agorafobia (Paura degli spazi aperti), la fobia sociale (che spesso si manifesta con ansia anticipatoria) e la fobia specifica fra cui si citano:l'aracnofobia (Paura dei ragni), la claustrofobia (Paura dei luoghi chiusi), etc.
In generale le cause delle fobie si riteneva fossero imputabili a elementi rimossi (vedi psicoanalisi) che manifestano il loro effetto portando l'individuo ad evitare una certa situazione che attraverso un fenomeno di spostamento può essere ricondotta ad un evento traumatico avvenuto sia durante l'infanzia che l'età adulta.
Attualmente, la più moderna psicoterapia cognitivo comportamentale sostiene che il disturbo derivi da un cattivo apprendimento che può avvenire per condizionamento classico (teoria del Preparedness di Selingman) o per apprendimento sociale (Bandura).
Il disturbo si viene poi a mantenere per condizionamento operante tramite l'evitamento, dove, il rinforzo negativo è rappresentato dalla sensazione di diminuzione dell'ansia per effetto dell'allontanamento dalla situazione fobica.
Un altro tipo di fobia è la fobia scolare. La forma più grave, in genere, si manifesta quando il bambino è ancora piuttosto piccolo e si configura con il rifiuto di andare a scuola, fino all'incapacità di abbandonare/staccarsi dai propri genitori anche per brevi periodi. Questa fobia è da ricondurre ad alcune tipologie di relazioni problematiche all'interno dalla famiglia. Raramente si può ricondurre a veri problemi scolastici.
La maggior parte degli autori insistono sulla necessità di distinguere l'ansia da separazione da quest'ultima appena trattata, dove il disturbo predominante consiste nel lasciare le figure genitoriali anche durante le attività ludiche.
L'individuo che la prova non può fare a meno di essere terrorizzato sebbene il suo insight sia sufficientemente buono da rendersi conto dell'irrazionalità e della sproporzionalità di questo sentimento, che permane per un determinato periodo di tempo e determina un disadattamento del soggetto al suo ambiente.
I tipi di fobia sono l'agorafobia (Paura degli spazi aperti), la fobia sociale (che spesso si manifesta con ansia anticipatoria) e la fobia specifica fra cui si citano:l'aracnofobia (Paura dei ragni), la claustrofobia (Paura dei luoghi chiusi), etc.
In generale le cause delle fobie si riteneva fossero imputabili a elementi rimossi (vedi psicoanalisi) che manifestano il loro effetto portando l'individuo ad evitare una certa situazione che attraverso un fenomeno di spostamento può essere ricondotta ad un evento traumatico avvenuto sia durante l'infanzia che l'età adulta.
Attualmente, la più moderna psicoterapia cognitivo comportamentale sostiene che il disturbo derivi da un cattivo apprendimento che può avvenire per condizionamento classico (teoria del Preparedness di Selingman) o per apprendimento sociale (Bandura).
Il disturbo si viene poi a mantenere per condizionamento operante tramite l'evitamento, dove, il rinforzo negativo è rappresentato dalla sensazione di diminuzione dell'ansia per effetto dell'allontanamento dalla situazione fobica.
Un altro tipo di fobia è la fobia scolare. La forma più grave, in genere, si manifesta quando il bambino è ancora piuttosto piccolo e si configura con il rifiuto di andare a scuola, fino all'incapacità di abbandonare/staccarsi dai propri genitori anche per brevi periodi. Questa fobia è da ricondurre ad alcune tipologie di relazioni problematiche all'interno dalla famiglia. Raramente si può ricondurre a veri problemi scolastici.
La maggior parte degli autori insistono sulla necessità di distinguere l'ansia da separazione da quest'ultima appena trattata, dove il disturbo predominante consiste nel lasciare le figure genitoriali anche durante le attività ludiche.
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