Psicoterapia
Con la parola psicoterapia - etimologicamente "cura dell'anima" - si definisce una tecnica della psicologia applicata da psicologi e psichiatri per la cura di disturbi diversi che vanno dal modesto disadattamento all'alienazione profonda e ch'è uso definire nevrotici e psicotici. Si tratta dunque di terapie della psiche realizzate con strumenti psicologici - la parola, l'ascolto, il pensiero, la relazione con lo psicologo - nella finalità del cambiamento consapevole di un stile di vita o dell'apprendere ad affrontare con le proprie risorse, le vicende della propria vita, malgrado la presenza di sintomi definiti come ansia, depressione, fobie, eccetera.
Indice
[nascondi]
* 1 Definizioni e scuole
o 1.1 Scuola psicoanalitica
o 1.2 Scuola psicosintetica
o 1.3 Scuola sistemico-relazionale
o 1.4 Scuola cognitivo-comportamentale
o 1.5 Scuola ericksoniana
* 2 Sintomi
* 3 Legislazione
* 4 Bibliografia
[modifica] Definizioni e scuole
Per approfondire, vedi la voce Categoria:Psicoterapia.
Attualmente (2005) nel mondo esistono numerosissime scuole (e ancora più numerose definizioni) di psicoterapia pertinenti a teorie che in buona parte sono tra loro in conflitto epistemologico. Queste concezioni teoriche usano tecniche di psicologia applicata assai diverse tra loro. In Italia le teorie psicoterapeutiche rientrano in quattro filoni principali:
* l'indirizzo psicoanalitico,
* l'indirizzo sistemico-relazionale,
* l'indirizzo cognitivo-comportamentale
* l'indirizzo umanistico o esistenziale.
[modifica] Scuola psicoanalitica
Per approfondire, vedi la voce psicoanalisi.
Per gli psicoterapeuti di indirizzo psicoanalitico il sintomo manifestato dal paziente è la conseguenza di un conflitto inconscio. Per poter sopravvivere ad avvenimenti che non sa gestire l'individuo sviluppa delle difese di tipo psicologico (ad esempio la rimozione); l'evento traumatico viene così sepolto, ma resta come conflitto inconscio: il sintomo rappresenta l'espressione somatica di tale conflitto.
La terapia prevede una stretta relazione tra psicoterapeuta e paziente, grazie alla quale questo riesce a comunicare i conflitti responsabili dei sintomi. Conosciuta la causa, lo psicoterapeuta guiderà il paziente alla correzione dei conflitti interiori e degli effetti provocati da questi.
Il trattamento da un punto di vista tecnico consiste nell'attivare una terapia analitica con un setting rigido al fine di favorire lo sviluppo del transfert, cioè l'espressione di una corrente pulsionale che viene a stabilirsi tra paziente e terapeuta, il soggetto attiverà nelle sedute una rappresentazione inconscia di stili relazionali primari patologici. L'interpretazione del transfert e delle libere associazioni prodotte in seduta cercherà di favorire la chiarificazione delle cause e dei conflitti per permettere al soggetto paziente di modificare i propri stili relazionali al fine di ottenere una ristrutturazione del proprio sè il più funzionale possibile alla sopravvivenza e al più corretto adattamento alla vita sociale e relazionale.
Lo scopo del trattamento psicoanalitico non è la cura del sintomo, ma la possibilità di ottenere il più alto grado di ristrutturazione del sè del paziente che è spesso il massimo che il paziente può ottenere per poter riprendere un funzionamento non patologico.
[modifica] Scuola psicosintetica
Per approfondire, vedi la voce psicosintesi.
La psicosintesi è un vasto movimento psicologico di derivazione psicoanalitica, fondato agli inizi del secolo dallo psichiatra Roberto Assagioli (1888-1974) e sviluppatosi poi come indirizzo umanistico-esistenziale, vicino anche a temi transpersonali. Gli psicoterapeuti psicosintetisti ritengono che il sintomo sia l'espressione di un allontanamento dal Sé transpersonale il cui riflesso nel campo della coscienza è il sé o io personale. L'uomo ha dentro di sé l'aspirazione alla completezza e alla sintesi e si muove nella sua vita secondo due dinamiche fondamentali, quella del conflitto tra molteplicità ed unità e fra passato e futuro. La terapia, che si basa su una prima fase di tipo analitico, procede con colloqui generalmente faccia a faccia, esercizi di disidentificazione e autoidentificazione oltre a tecniche specifiche come le visualizzazioni per sviluppare le varie parti che compongono la personalità del paziente (subpersonalità) e armonizzarle quindi attorno al sé. Cardini della terapia sono la scoperta e lo sviluppo della volontà (non vittoriana ma come funzione del sè) e l'attenzione per la parte spirituale o transpersonale dell'individuo. Il percorso terapeutico si snoda quindi in un percorso dove il dolore e la sofferenza hanno opportunità evolutive; si passa perciò da una fase conoscitiva a una interpretativa per arrivare alla parte attivo-sintetica mediante la quale il sé agisce attivamente sulla situazione per trasformarla o comunque accettarla. Per la psicosintesi il rapporto terapeutico ha due scopi fondamentali: il dissolvimento o la traformazione dello stesso, in quanto il paziente ricerca la sua autonomia e capacità di guidarsi da solo, e la guarigione esistenziale, intesa non tanto come perdita dei sintomi quanto come acquisto in salute e maturazione psichica di cui la sofferenza costituisce la naturale gestazione.
[modifica] Scuola sistemico-relazionale
La psicoterapia ad indirizzo sistemico-relazionale considera la persona portatrice del sintomo il cosiddetto "paziente designato". Ovvero che il paziente sia il soggetto del sistema famiglia (per famiglia si intendono sia la propria che le due generazioni che l'hanno preceduta famiglia nucleare-allargata) che esprime o segnala il funzionamento disfunzionale di uno o più dei sistemi di cui egli è uno dei vertici. Designato dal sitema stesso, secondo una prospettiva bio psico sociale, in quanto portavoce esperto di una modalità disfunzionale di vivere, pensare, agire. Talvolta specialmente in casi che riguardano i bambini o gli adolescenti (ambito ove la terapia familiare risulta particolarmente un approccio valido) come conseguenza di un blocco evolutivo, in modo tale da accentrare su di sé tutte le tensioni divenendo il controllore di forze ed energie al prezzo sentimenti di sofferenza e vissuti di disgregazione. In questa ottica, le tecniche si utilizzano hanno per obiettivo sia la modificazione del singolo che del gruppo di riferimento, per ciò che concerne la modificazione delle modalità di comunicazione e di interazione dei membri. Gli psicoterapeuti che si rifanno a questo approccio nato da un vasto movimento di teorie e idee che si sono diffuse negli Stati Uniti durante gli anni 60 e conosciute come teorie della prima e seconda cibernetica, ottengono la remissione dei sintomi e il benessere del paziente con tempi e modalità che fanno esplicito riferimento alle terapie brevi; numero di sedute ridotto tempi rapidi. La psicoterapia ad indirizzo sistemico relazionale si è molto diffusa in Italia e in Europa durante gli anni 80 in modo particolare nei servizi di salute pubblica nel campo della patologia psichiatrica adulti nella neuro-psichiatria infantile nel campo delle tossicodipendenze e negli ultimi anni nelle problematiche che riguardano la separazione-divorzi con la mediazione e nelle problematiche scolastiche con il counselling; inoltre nell'ambito della psicologia del lavoro ha trovato importanti e significative applicazioni
[modifica] Scuola cognitivo-comportamentale
Gli psicoterapeuti di indirizzo cognitivo-comportamentale, invece, adottano un punto di vista del tutto diverso, fondato su una lunga tradizione di ricerca scientifica, che inizia con i primi studi di Pavlov sui riflessi condizionati e prosegue tutt'oggi con migliaia di studi sperimentali. Essi presumono che il "sintomo" sia l'espressione di un precedente apprendimento di schemi comportamentali, emotivi e di pensiero errati o disadattivi, derivanti da peculiari esperienze di vita del paziente, eventualmente mantenuti da un contesto interpersonale patogeno nel presente. Il soggetto che li mostra viene pertanto considerato portatore di strutture cognitive non adeguate (convinzioni), o di processi cognitivi inadatti a selezionare e ad elaborare in modo funzionale gli stimoli ambientali. Lo psicoterapeuta in questo caso può attuare, con l'aiuto del paziente, tecniche di condizionamento o decondizionamento sperimentalmente validate, al fine di modificare in modo diretto le risposte emozionali e gli schemi che si sono rivelati disadattivi, o sostituirli con nuovi schemi più funzionali, tramite esperienze (es. esposizione a stimoli prima evitati) e/o comportamenti di tipo nuovo (prescrizioni comportamentali). Un esempio è l'acquisizione di nuove abilità, come più efficaci competenze comunicative, tramite il "role playing" o pratica recitativa. Il terapeuta può anche usare procedure di vario tipo (anch'esse codificate e validate), dal "dialogo socratico" alla ristrutturazione cognitiva, per permettere al paziente di identificare ed esaminare criticamente e quindi modificare sia i propri processi (e strutture) cognitivi sia i comportamenti non funzionali ai suoi scopi. Infine, il terapeuta può adottare specifici atteggiamenti interpersonali all'interno della relazione terapeutica, per consentire al paziente una correzione dei suoi schemi interpersonali di base. Il trattamento pertanto è costituito da procedure di tipo maieutico e psicoeducativo, mentre il cambiamento nel paziente si assume sia legato a processi di apprendimento e ristrutturazione. Una volta eliminati tutti i "sintomi" ed acquisiti comportamenti alternativi, comprese le consonanti strutture cognitive, viene semplicemente eliminato il disturbo. Nuovi atteggiamenti del soggetto nonché i vantaggi dei nuovi comportamenti stabilizzeranno i cambiamenti ottenuti.
[modifica] Scuola ericksoniana
L'ipnoterapia ericksoniana è una psicoterapia che deriva dal lavoro clinico di Milton H. Erickson e basa una parte importante della sua efficacia sull'ipnosi. L'ipnosi è un metodo che viene utilizzato anche in altre psicoterapie. L'ipnoterapia ericksoniana, o psicoterapia ericksoniana, viene definita anche come psicoterapia breve (si deve proprio a Erickson il primo uso di questa locuzione). Si basa su alcuni assunti importanti:
* il paziente è un individuo unico e pertanto unico sarà l'approccio utilizzato per curare il paziente (tayloring);
* l'inconscio di ciascun individuo è pieno di risorse per risolvere i problemi del vivere quotidiano; le persone sono considerate come capaci di autoguarirsi e autocorregersi se riescono a farlo;
* qualche individuo ha bisogno di aiuto per correggere i propri problemi e guarire dai propri sintomi; qualche volta una persona deve prima imparare delle abilità o deve orientare la propria attenzione verso nuovi modi di vedere le cose o di pensare;
* i sintomi e i problemi comportamentali sono frutto di un'inadeguata relazione tra mente conscia e mente inconscia;
* l'attività psicoterapeutica dell'ericksoniano è principalmente orientata alla risoluzione dei sintomi o dei problemi comportamentali portati nel setting dal paziente.
[modifica] Sintomi
I problemi oggetto di intervento dello psicoterapeuta vanno dal generico disagio esistenziale fino alle più gravi forme di alienazione con interpretazione delirante della realtà, spesso con allucinazioni uditive, visive o tattili; fenomeni sintomatici sono l'ansia, la depressione, il disturbo maniacale, le fobie, le ossessioni, i disturbi diversi del comportamento alimentare - anoressia e bulimia - e della sfera sessuale, il comportamento compulsivo, l'abuso di sostanze, eccetera, tutti riferiti ad eventuali disturbi della personalità con esiti attraverso fenomeni complessi quali il mobbing, il conflitto coniugale, il disturbo antisociale ed altri. In generale lo psicoterapeuta si può interessare anche di riabilitazione di soggetti con disturbi psichiatrici e della riabilitazione di tossicodipendenti, sia all'interno di strutture sanitarie pubbliche (per esempio i Centri di Salute Mentale per i soggetti psichiatrici e i SERT nel caso delle tossicodipendenze) o all'interno comunità terapeutiche.
Tradizionalmente, alcune scuole di psicoterapia si sono occupate in particolare di determinati sintomi, come nel caso dell'indirizzo psicoanalitico, con l'attenzione alle cosiddette nevrosi (ansia, depressione, fobie, ossessioni). Altri, come il caso dei terapeuti cognitivo-comportamentali, si sono specializzati nel trattamento di disturbi da stress, depressione, fobie, disturbi ossessivo-compulsivi, disturbi sessuali, alimentari, del sonno e dipendenze patogene. Altri ancora, come i terapeuti familiari sistemico-relazionali, si sono occupati in particolar modo dei disturbi della condotta alimentare come anoressia e bulimia negli adolescenti.
[modifica] Legislazione
In Italia la Legge 18 febbraio 1989, n. 56, in materia di "Ordinamento della professione di psicologo" stabilisce che l'esercizio dell'attività psicoterapeutica, in ambito pubblico o privato, è riservata a Psicologi e Medici psichiatri iscritti nei rispettivi Albi e Ordini professionali; per tale attività la legge prevede una formazione professionale da acquisire, dopo il conseguimento della laurea in psicologia o in medicina e chirurgia, mediante corsi presso Scuole di Specializzazione Universitarie con il pagamento delle sole imposte accademiche, ed eventualmente - a titolo oneroso - presso istituti privati autorizzati da apposita commissione ministeriale.
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* 1 Definizioni e scuole
o 1.1 Scuola psicoanalitica
o 1.2 Scuola psicosintetica
o 1.3 Scuola sistemico-relazionale
o 1.4 Scuola cognitivo-comportamentale
o 1.5 Scuola ericksoniana
* 2 Sintomi
* 3 Legislazione
* 4 Bibliografia
[modifica] Definizioni e scuole
Per approfondire, vedi la voce Categoria:Psicoterapia.
Attualmente (2005) nel mondo esistono numerosissime scuole (e ancora più numerose definizioni) di psicoterapia pertinenti a teorie che in buona parte sono tra loro in conflitto epistemologico. Queste concezioni teoriche usano tecniche di psicologia applicata assai diverse tra loro. In Italia le teorie psicoterapeutiche rientrano in quattro filoni principali:
* l'indirizzo psicoanalitico,
* l'indirizzo sistemico-relazionale,
* l'indirizzo cognitivo-comportamentale
* l'indirizzo umanistico o esistenziale.
[modifica] Scuola psicoanalitica
Per approfondire, vedi la voce psicoanalisi.
Per gli psicoterapeuti di indirizzo psicoanalitico il sintomo manifestato dal paziente è la conseguenza di un conflitto inconscio. Per poter sopravvivere ad avvenimenti che non sa gestire l'individuo sviluppa delle difese di tipo psicologico (ad esempio la rimozione); l'evento traumatico viene così sepolto, ma resta come conflitto inconscio: il sintomo rappresenta l'espressione somatica di tale conflitto.
La terapia prevede una stretta relazione tra psicoterapeuta e paziente, grazie alla quale questo riesce a comunicare i conflitti responsabili dei sintomi. Conosciuta la causa, lo psicoterapeuta guiderà il paziente alla correzione dei conflitti interiori e degli effetti provocati da questi.
Il trattamento da un punto di vista tecnico consiste nell'attivare una terapia analitica con un setting rigido al fine di favorire lo sviluppo del transfert, cioè l'espressione di una corrente pulsionale che viene a stabilirsi tra paziente e terapeuta, il soggetto attiverà nelle sedute una rappresentazione inconscia di stili relazionali primari patologici. L'interpretazione del transfert e delle libere associazioni prodotte in seduta cercherà di favorire la chiarificazione delle cause e dei conflitti per permettere al soggetto paziente di modificare i propri stili relazionali al fine di ottenere una ristrutturazione del proprio sè il più funzionale possibile alla sopravvivenza e al più corretto adattamento alla vita sociale e relazionale.
Lo scopo del trattamento psicoanalitico non è la cura del sintomo, ma la possibilità di ottenere il più alto grado di ristrutturazione del sè del paziente che è spesso il massimo che il paziente può ottenere per poter riprendere un funzionamento non patologico.
[modifica] Scuola psicosintetica
Per approfondire, vedi la voce psicosintesi.
La psicosintesi è un vasto movimento psicologico di derivazione psicoanalitica, fondato agli inizi del secolo dallo psichiatra Roberto Assagioli (1888-1974) e sviluppatosi poi come indirizzo umanistico-esistenziale, vicino anche a temi transpersonali. Gli psicoterapeuti psicosintetisti ritengono che il sintomo sia l'espressione di un allontanamento dal Sé transpersonale il cui riflesso nel campo della coscienza è il sé o io personale. L'uomo ha dentro di sé l'aspirazione alla completezza e alla sintesi e si muove nella sua vita secondo due dinamiche fondamentali, quella del conflitto tra molteplicità ed unità e fra passato e futuro. La terapia, che si basa su una prima fase di tipo analitico, procede con colloqui generalmente faccia a faccia, esercizi di disidentificazione e autoidentificazione oltre a tecniche specifiche come le visualizzazioni per sviluppare le varie parti che compongono la personalità del paziente (subpersonalità) e armonizzarle quindi attorno al sé. Cardini della terapia sono la scoperta e lo sviluppo della volontà (non vittoriana ma come funzione del sè) e l'attenzione per la parte spirituale o transpersonale dell'individuo. Il percorso terapeutico si snoda quindi in un percorso dove il dolore e la sofferenza hanno opportunità evolutive; si passa perciò da una fase conoscitiva a una interpretativa per arrivare alla parte attivo-sintetica mediante la quale il sé agisce attivamente sulla situazione per trasformarla o comunque accettarla. Per la psicosintesi il rapporto terapeutico ha due scopi fondamentali: il dissolvimento o la traformazione dello stesso, in quanto il paziente ricerca la sua autonomia e capacità di guidarsi da solo, e la guarigione esistenziale, intesa non tanto come perdita dei sintomi quanto come acquisto in salute e maturazione psichica di cui la sofferenza costituisce la naturale gestazione.
[modifica] Scuola sistemico-relazionale
La psicoterapia ad indirizzo sistemico-relazionale considera la persona portatrice del sintomo il cosiddetto "paziente designato". Ovvero che il paziente sia il soggetto del sistema famiglia (per famiglia si intendono sia la propria che le due generazioni che l'hanno preceduta famiglia nucleare-allargata) che esprime o segnala il funzionamento disfunzionale di uno o più dei sistemi di cui egli è uno dei vertici. Designato dal sitema stesso, secondo una prospettiva bio psico sociale, in quanto portavoce esperto di una modalità disfunzionale di vivere, pensare, agire. Talvolta specialmente in casi che riguardano i bambini o gli adolescenti (ambito ove la terapia familiare risulta particolarmente un approccio valido) come conseguenza di un blocco evolutivo, in modo tale da accentrare su di sé tutte le tensioni divenendo il controllore di forze ed energie al prezzo sentimenti di sofferenza e vissuti di disgregazione. In questa ottica, le tecniche si utilizzano hanno per obiettivo sia la modificazione del singolo che del gruppo di riferimento, per ciò che concerne la modificazione delle modalità di comunicazione e di interazione dei membri. Gli psicoterapeuti che si rifanno a questo approccio nato da un vasto movimento di teorie e idee che si sono diffuse negli Stati Uniti durante gli anni 60 e conosciute come teorie della prima e seconda cibernetica, ottengono la remissione dei sintomi e il benessere del paziente con tempi e modalità che fanno esplicito riferimento alle terapie brevi; numero di sedute ridotto tempi rapidi. La psicoterapia ad indirizzo sistemico relazionale si è molto diffusa in Italia e in Europa durante gli anni 80 in modo particolare nei servizi di salute pubblica nel campo della patologia psichiatrica adulti nella neuro-psichiatria infantile nel campo delle tossicodipendenze e negli ultimi anni nelle problematiche che riguardano la separazione-divorzi con la mediazione e nelle problematiche scolastiche con il counselling; inoltre nell'ambito della psicologia del lavoro ha trovato importanti e significative applicazioni
[modifica] Scuola cognitivo-comportamentale
Gli psicoterapeuti di indirizzo cognitivo-comportamentale, invece, adottano un punto di vista del tutto diverso, fondato su una lunga tradizione di ricerca scientifica, che inizia con i primi studi di Pavlov sui riflessi condizionati e prosegue tutt'oggi con migliaia di studi sperimentali. Essi presumono che il "sintomo" sia l'espressione di un precedente apprendimento di schemi comportamentali, emotivi e di pensiero errati o disadattivi, derivanti da peculiari esperienze di vita del paziente, eventualmente mantenuti da un contesto interpersonale patogeno nel presente. Il soggetto che li mostra viene pertanto considerato portatore di strutture cognitive non adeguate (convinzioni), o di processi cognitivi inadatti a selezionare e ad elaborare in modo funzionale gli stimoli ambientali. Lo psicoterapeuta in questo caso può attuare, con l'aiuto del paziente, tecniche di condizionamento o decondizionamento sperimentalmente validate, al fine di modificare in modo diretto le risposte emozionali e gli schemi che si sono rivelati disadattivi, o sostituirli con nuovi schemi più funzionali, tramite esperienze (es. esposizione a stimoli prima evitati) e/o comportamenti di tipo nuovo (prescrizioni comportamentali). Un esempio è l'acquisizione di nuove abilità, come più efficaci competenze comunicative, tramite il "role playing" o pratica recitativa. Il terapeuta può anche usare procedure di vario tipo (anch'esse codificate e validate), dal "dialogo socratico" alla ristrutturazione cognitiva, per permettere al paziente di identificare ed esaminare criticamente e quindi modificare sia i propri processi (e strutture) cognitivi sia i comportamenti non funzionali ai suoi scopi. Infine, il terapeuta può adottare specifici atteggiamenti interpersonali all'interno della relazione terapeutica, per consentire al paziente una correzione dei suoi schemi interpersonali di base. Il trattamento pertanto è costituito da procedure di tipo maieutico e psicoeducativo, mentre il cambiamento nel paziente si assume sia legato a processi di apprendimento e ristrutturazione. Una volta eliminati tutti i "sintomi" ed acquisiti comportamenti alternativi, comprese le consonanti strutture cognitive, viene semplicemente eliminato il disturbo. Nuovi atteggiamenti del soggetto nonché i vantaggi dei nuovi comportamenti stabilizzeranno i cambiamenti ottenuti.
[modifica] Scuola ericksoniana
L'ipnoterapia ericksoniana è una psicoterapia che deriva dal lavoro clinico di Milton H. Erickson e basa una parte importante della sua efficacia sull'ipnosi. L'ipnosi è un metodo che viene utilizzato anche in altre psicoterapie. L'ipnoterapia ericksoniana, o psicoterapia ericksoniana, viene definita anche come psicoterapia breve (si deve proprio a Erickson il primo uso di questa locuzione). Si basa su alcuni assunti importanti:
* il paziente è un individuo unico e pertanto unico sarà l'approccio utilizzato per curare il paziente (tayloring);
* l'inconscio di ciascun individuo è pieno di risorse per risolvere i problemi del vivere quotidiano; le persone sono considerate come capaci di autoguarirsi e autocorregersi se riescono a farlo;
* qualche individuo ha bisogno di aiuto per correggere i propri problemi e guarire dai propri sintomi; qualche volta una persona deve prima imparare delle abilità o deve orientare la propria attenzione verso nuovi modi di vedere le cose o di pensare;
* i sintomi e i problemi comportamentali sono frutto di un'inadeguata relazione tra mente conscia e mente inconscia;
* l'attività psicoterapeutica dell'ericksoniano è principalmente orientata alla risoluzione dei sintomi o dei problemi comportamentali portati nel setting dal paziente.
[modifica] Sintomi
I problemi oggetto di intervento dello psicoterapeuta vanno dal generico disagio esistenziale fino alle più gravi forme di alienazione con interpretazione delirante della realtà, spesso con allucinazioni uditive, visive o tattili; fenomeni sintomatici sono l'ansia, la depressione, il disturbo maniacale, le fobie, le ossessioni, i disturbi diversi del comportamento alimentare - anoressia e bulimia - e della sfera sessuale, il comportamento compulsivo, l'abuso di sostanze, eccetera, tutti riferiti ad eventuali disturbi della personalità con esiti attraverso fenomeni complessi quali il mobbing, il conflitto coniugale, il disturbo antisociale ed altri. In generale lo psicoterapeuta si può interessare anche di riabilitazione di soggetti con disturbi psichiatrici e della riabilitazione di tossicodipendenti, sia all'interno di strutture sanitarie pubbliche (per esempio i Centri di Salute Mentale per i soggetti psichiatrici e i SERT nel caso delle tossicodipendenze) o all'interno comunità terapeutiche.
Tradizionalmente, alcune scuole di psicoterapia si sono occupate in particolare di determinati sintomi, come nel caso dell'indirizzo psicoanalitico, con l'attenzione alle cosiddette nevrosi (ansia, depressione, fobie, ossessioni). Altri, come il caso dei terapeuti cognitivo-comportamentali, si sono specializzati nel trattamento di disturbi da stress, depressione, fobie, disturbi ossessivo-compulsivi, disturbi sessuali, alimentari, del sonno e dipendenze patogene. Altri ancora, come i terapeuti familiari sistemico-relazionali, si sono occupati in particolar modo dei disturbi della condotta alimentare come anoressia e bulimia negli adolescenti.
[modifica] Legislazione
In Italia la Legge 18 febbraio 1989, n. 56, in materia di "Ordinamento della professione di psicologo" stabilisce che l'esercizio dell'attività psicoterapeutica, in ambito pubblico o privato, è riservata a Psicologi e Medici psichiatri iscritti nei rispettivi Albi e Ordini professionali; per tale attività la legge prevede una formazione professionale da acquisire, dopo il conseguimento della laurea in psicologia o in medicina e chirurgia, mediante corsi presso Scuole di Specializzazione Universitarie con il pagamento delle sole imposte accademiche, ed eventualmente - a titolo oneroso - presso istituti privati autorizzati da apposita commissione ministeriale.
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