Stress
Il termine stress può avere diversi significati:
Voce inglese, che propriamente significa "sforzo, spinta". Ha lo stesso etimo dell'italiano "strizzare", e deriva, attraverso il francese antico, dal latino "districtia".
Il vocabolo stress è per la nostra lingua un apporto recente, che s'è diffuso tra i medici in occasione d'un ciclo di conferenze tenute da Hans Selye in varie città italiane, verso la metà degli anni '50, mentre fin allora suonava piuttosto come un termine tecnico forestiero, che si citava, per così dire, tra virgolette, ed era consueto soltanto entro alcuni gruppi specialistici.
Più tardi, s'è fatto strada anche nel linguaggio corrente, seguito da qualche derivato (stressante, stressato, etc.). E bisogna ammettere che, a livello colloquiale, esso ha dato luogo ad impieghi non di rado incongrui, o quanto meno superflui. Ma nel suo impiego fisiopatologico, stress può ritenersi ormai stabilmente acclimatato, come "shock" e "sport": si tratta di prestiti "di ritorno", come sport deriva da diporto, così stress è forma aferetica di distress. Insomma, etimologicamente sarebbe una stretta, una strizzata, un'angustia (o un'angoscia.)
Quando l'italiano ha accolto "stress", il vocabolo aveva subìto anche in inglese un'evoluzione semantica, che l'aveva alquanto allontanato dall'accezione originaria, conferendogli un nuovo peculiare significato.
Nel 1440 stress è l'accento tonico di una parola, o l'enfasi nel pronunciarla; nel 1843 una tensione o pressione fisica, applicata su qualsiasi oggetto materiale, nel 1968 anche un sovraccarico di un organo o una pressione mentale; nel 1971 si registra pure una sindrome da adattamento.
L'atto di battesimo dello stress che a noi tutti interessa è uno studio di Hans Selye del 1936: A syndrome produced by diverse nocuous agents. (Nature,London 138,32,4.VII.1936). Ma già l'anno avanti lo stesso autore ne aveva fatto cenno, indicando con quel termine uno stato di tensione aspecifica della materia vivente, che si manifesta mediante trasformazioni morfologiche tangibili in vari organi, e particolarmente nelle ghiandole endocrine che stanno sotto il controllo dell'ipofisi anteriore.
Hans Selye, nato a Vienna il 26 gennaio 1907, laureato a Praga, emigrato in Canada, morto nel 1982, è il padre del moderno concetto di stress. Aveva avuto naturalmente qualche precursore, tuttavia per questi lo stress era essemnzialmente il meccanismo di stimolo, successivamente Selye riserverà il termine alla condizione dell'essere vivente che subisce lo stimolo stressante, che invece si chiamerà stressor.
Stress in senso medico si definisce l'insieme degli stimoli percepiti da un organismo come sollecitazioni, sia cognitive (coscienti), inconscie, ambientali, fisiologiche, biologiche, psichiche o relazionali. Si chiamano stressori e sono da intendere come autori di processi di adattamento dell'organismo a condizioni variabili inerenti l'ambiente e l'organismo stesso.
Ogni sollecitazione (stressore percepito coscientemente o meno) chiama immediatamente delle reazioni regolative: emotive, neurologiche, locomotorie, ormonali e immunologiche; in organismi sviluppati essi sono ulteriormente corretti da funzioni cognitive.
Lo stress non è quindi una frusta dell'umanità moderna ma una condicio sine qua non di tutti gli organismi viventi. Le sollecitazioni sono una condizione di vita, ma sia nel caso in cui gli stimolatori siano presenti per eccesso che per difetto possono creare disturbi fisici e mentali. Nota:
* Stress per eccesso o difetto può essere causa di malattia e generare le patologie più diverse,
* Malattie e i correlati dolori sono causa di notevole stress.
* Malattia <=> Stress formano quindi un circolo vizioso difficile da decifrare in termini di causa ed effetto e che causa notevoli grattacapi terapeutici.
Stimoli e reazioni umane
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Stimoli e reazioni umane
Lo stress patologico provoca dei disturbi metabolici, viscerali, compotamentali dell'organismo provocato dall'azione di più svariati agenti. Tra questi agenti (agenti stressanti) si possono riscontrare:
* traumi
* shock chirurgici
* freddo
* malattie infettive
* emozioni
* sforzi fisici
* radiazioni
* intossicazioni.
Lo stress costituisce l'elemento principale della sindrome generale di adattamento formulata da Hans Selye. Questa capovolgeva alcuni punti di vista della medicina del tempo: l'attenzione era diretta sulla risposta dell'organismo, di conseguenza si poteva cominciare a pensare ad una cura in grado di modificare e di contenere questa risposta. Il termine deriva da una parole inglese che significa "forza", "violenza", mentre nel linguaggio medico indica la "somma di tutte le forze che agiscono contro una resistenza". Il termine, in italiano, è simile al significato di "tensione".
Vie di regolazione somatica umana nello stress
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Vie di regolazione somatica umana nello stress
Indice
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* 1 Stressori
* 2 Forme di stress
* 3 Programmi biologici per la regolazione di stress umano
* 4 Reazione umana a stimoli stressanti
* 5 Reazioni cognitive al distress cronico
* 6 Stress e implicazioni socio - psico - somatiche
* 7 Distress cronico come amplificatore di fattori rischio per malattie
* 8 Sindrome di adattamento, Esaurimento nervoso, Burning out, Cronique fatigue syndrome
* 9 Trattamento del distress cronico
o 9.1 Lavoro comportamentale
o 9.2 Medicazione dello Stress
* 10 Voci correlate
* 11 Bibliografia
* 12 Collegamenti esterni
[modifica] Stressori
Di stressori ce ne sono miriadi. E quello che è stress per uno, è distensivo per l‘altro. E quello che mi stressa la mattina, il pomeriggio può non interessarmi più.
Abbiamo bisogno di continui stimoli per non finire in apatia o catatonia. L‘eccesso di stimoli ci manda d‘altronde in panico.
Non si tratta quindi di evitare stressori o concetti ideali di vita armoniosa ma di metterci possibilmente in situazioni dove armonie e dissonanze si susseguono in modo gestibile (che per ognuno di noi è diverso).
Stressori
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Stressori
Lo stress è qualcosa che ci tocca e mette in moto diversi meccanismi inconsci vegetativi di preparazione all‘azione. La nostra vita quotidiana e le regole sociali sono fatte in maniera che è difficile agire spontaneamente: la preparazione non trova sfogo. E‘ un po' come far funzionare un' automobile senza lasciare la frizione.
Trovare regolarmente sfogo è quindi un‘ottima misura antistressante. C‘è chi si fuma una sigaretta (antistressante con notevoli effetti collaterali), c‘è chi si sforza fisicamente senza esito (sport, già meglio) e c`è chi fa legna (ottimo, perché distrugge materialmente qualcosa a scopo utile). Il grafico accanto raggruppa classi di stressori.
[modifica] Forme di stress
Forme di stress
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Forme di stress
Lo stress è normalmente classificato secondo il suo potenziale patogeno in:
* normale, gestibile: eustress
* continuo, a bassa intensità: distress cronico
* accidentale, esistenziale, momentaneo: stress traumatico
* per alcuni autori anche la noia (deficienza di stimoli) può essere paragonata allo stress: sia perché fa degenerare i meccanismi di controllo sia perché causa meccanismi intrapsichici stressanti
Altre classificazioni usano i nomi dei programmi di gestione per caratterizzare il tipo di stress come:
* elementare organico (p.e. malattie, incidenti)
* di auto-conservazione
* di specie-riproduzione
* socio-relazionale
Si distinguono pure le mosse sequenziali che servono ad affrontare uno stimolo potenzialmente stressante in:
* preparazione
* attivazione
* attuazione della reazione
[modifica] Programmi biologici per la regolazione di stress umano
Secondo gli scienziati del ramo ci sono dei "programmi" che in linea di massima controllano la reazione a stimoli stressanti nelle seguenti circostanze:
* Auto - conservanti: come la preparazione, l'attivazione e l'esecuzione di attacco, difesa, inerzia, fuga, ...
* Specie - riproduttivi: per puerperio, adolescenza, sessualità, concepimento, gravidanza, parto, allattamento, cure parentali
* Socio - relazionali: perdita, attaccamento, lutto, emarginazione
Programmi biologici per la regolazione di stress umano
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Programmi biologici per la regolazione di stress umano
Dopo la percezione di uno stimolo, dagli organi dei sensi specifici o aspecifici, i segnali nervosi raggiungono il talamo e il sistema limbico dove vengono integrati e creano delle emozioni. In base a questo, si inseriscono dei programmi che attivano i sistemi:
* locomotore,
* neurovegetativo,
* neuroendocrino,
* endocrino,
* e tramite gli ultimi tre anche il sistema immunitario
I sistemi agiscono poi in modo concertato sugli organi esecutivi con lo scopo di neutralizzare lo stimolo stressante.
I programmi sono predisposti geneticamente. Le funzioni cognitive umane però, danno loro delle sfumature individualizzate tramite meccanismi di impronte, socializzazione, automatismi esercitati e inibizioni specifiche.
[modifica] Reazione umana a stimoli stressanti
Reazione umana a stimoli stressanti
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Reazione umana a stimoli stressanti
Uno stimolo stressante raggiunge tramite gli organi di senso specifici e aspecifici il centro nervoso di integrazione e smistamento generale, il talamo, per poi essere elaborato nel sistema limbico sotto aspetti emotivi.
Un altro segnale "locomotore" torna simultaneamente
* tramite gli archi di riflesso spinali e/o
* il cervelletto
nell'organo locomotore adatto per eseguire immediatamente un comportamento che evita o respinge lo stimolo.
Nel frattempo:
* il talamo come integratore generale secerne neurotrasmettitori centrali (poi anche periferici) che sembrano adatti ad affrontare la situazione
* il sistema limbico, valutate le emozioni connesse con lo stimolo (anche basate sull'esperienza) mette in moto:
o la regolazione neurovegetativa: il ramo simpatico per stimoli di "allerta" o il ramo parasimpatico per stimoli di ristoro
o la regolazione neuroendocrina (ormonale) tramite la cascata ippotalamo - ipofisi - ghiandole endocrine. Secondo il caso tiroide, paratiroide, corteccia surrenale, midollo surrenale, isole del pancreas, timo, gonadi (utero, tube, testicoli, ...) e altre.
o e corregge le prime mosse del talamo.
Tutti questi molteplici segnali vengono coordinati e portano a un comportamento "di pulsione istintiva" con le preparazioni metaboliche e locomotorie adatte. In caso ideale, dopo un certo tempo, l'evento stressante grazie a tutti questi impegni è neutralizzato e il ciclo è terminato. Si passa al ristoro fino al prossimo evento stressante. Questo meccanismo é presente in tutti i mammiferi.
Come esseri umani in una società complessa e regolata, abbiamo inoltre bisogno di un sistema cognitivo più o meno sviluppato che riesce:
* a promuovere o a inibire secondo il caso certe mosse pulsive,
* a sviluppare tattiche e strategie per affrontare stimoli stressanti
o conflittuosi tra di loro o
o non neutralizzabili
senza grossi danni fisici e/o mentali.
Il sistema cognitivo è determinato e viene formato tramite:
* fattori genetici,
* la socializzazione (nei primi vent'anni di vita)
* impronte traumatiche (fisiche e psichiche), gratificazioni e frustrazioni (per determinate mosse) durante questo tempo e di seguito.
[modifica] Reazioni cognitive al distress cronico
Fisiopatologia del distress cronico
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Fisiopatologia del distress cronico
Come esseri umani non abbiamo molta scelta di reazione cognitiva sullo stress:
* Possiamo reagire smisuratamente, con tutte le forze emotive, verso ogni stressore minore . Questo a lungo va a scapito:
o delle riserve fisiologiche incorrendo nel rischio di malattie somatiche e/o disturbi mentali come salutismo, ipocondria, ...
o delle riserve mentali con conseguente isterismo, logorrea e/o il rischio di disturbi psichici paranoici.
* Possiamo evitare e/o sfuggire sistematicamente a situazioni emozionali rischiose.
o Questo permette sì una vita con poche sollecitazioni, ma abbassa man mano l'efficacia dei regolatori fisiologici e
o impoverisce notevolmente le funzioni emotive.
Ambedue restringono notevolmente il campo di tolleranza agli stressori. In caso di rilevanti stressori ineluttabili la situazione diventa critica perché:
* c'è il rischio di cadere in panico e in stati di lungo periodo di disorientamento
* oppure, se riusciamo a reagire con impassibilità (inibendo le correlate emozioni) c'è il rischio di incappare in serie malattie psichiche.
Possiamo tentare di correggere il tiro di volta in volta in maniera che i margini di tolleranza rimangano intatti e l'intensità media, proprio media. È e rimane un tentativo, perché ci possono sempre toccare degli eventi più grandi di noi.
[modifica] Stress e implicazioni socio - psico - somatiche
Reazioni neuro - endocrine allo stress
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Reazioni neuro - endocrine allo stress
Lo stress è un meccanismo biologico che mette l'organismo in allerta. In quanto tale è esistenziale (come p. e. il dolore). Gli stressori possono essere organici (dolore, rumore, puzza, …), psichici (ansia, preoccupazioni, …) o sociali (dipendenza, repressione, …). Il grafico sottostante raggruppa risposte fisiche, psichiche e sociali a degli stressori. Un altro effetto dei meccanismi endocrini (tramite l’asse dell’aldosterone) è la produzione di proteine immuno - suppressori. Questo serve a concentrare tutte le forze sulla prevista azione. Se l’azione non avvviene e se lo stato di allerta persiste, il sistema immunitario viene notevolmente indebolito. Una volta a riposo (in vacanza) si presenteranno tutti malanni che il sistema immunitario finalmente riesce ad affrontare.
Se lo stress supera una certa durata di tempo, il fatto non permette più all'organismo di ricuperare. Si chiama allora distress. Con il tempo diventa cronico e malattia (Sindrome di adattamento).
È sofisticato distinguere lo stress psicologico dallo stress somatico. Infine ogni distress cronico coinvolge disturbi fisici, mentali e sociali.
[modifica] Distress cronico come amplificatore di fattori rischio per malattie
Distress: Amplificatore di malattie
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Distress: Amplificatore di malattie
Il distress cronico e probabilmente anche dei traumi causano anzitutto un'amplificazione rilevante dei fattori a rischio per pressoché tutte le altre malattie degenerative.
Grossarth-Maticek ha dimostrato questo fatto in un esteso studio epidemiologico riguardo le malattie:
* cardiocircolatorie: ipertensione, infarto cardiaco, ...
* digestive e metaboliche: diabete II, sindrome metabolico, ulcere gastriche e duodenali, ...
* respiratorie: tumori polmonari, ...
La continua sovrastimolazione dei sistemi neurovegetativi e ormonali tiene attivato continuamente le funzioni di allerta e disattivati le funzioni di ristoro. Questo fa esaurire con il tempo gli uni e degenerare gli altri. Il grafico di fianco (Distress) riporta un'esempio di Grossarth-Maticek riguardante tumori polmonari. Altre patologie dimostrano qualitativamente simili correlazioni.
[modifica] Sindrome di adattamento, Esaurimento nervoso, Burning out, Cronique fatigue syndrome
Il nostro organismo resiste a lungo a rilevanti stressori: di solito troviamo delle compensazioni emotive e locomotorie.
Se invece la situazione si aggrava, diversi sistemi e organi degenerano e si ammalano sia per mancato uso sia per abuso (amplificazione di altre malattie).
In questo stadio non si fa tanto caso agli stressori (quelli del lavoro precedente sono sostituiti da quelli della malattia stessa).\\ Individui dalla costituzione molto robusta superano o non cadono invece in questa fase , finché i regolatori cedono e mettono fuori uso il normale funzionamento dell’ l'organismo.
Le nostre nonne questo stato lo chiamavano "esaurimento nervoso", Selye parlava di sindrome di adattamento (oggi si usa in aeronautica spaziale), i medici e psichiatri di oggi l'hanno nominato Burning out e Cronique fatigue syndrome.
La deviazione endocrina è poi responsabile per diversi disagi e rischi tipici dello stress, come p.es. l'impotenza, la frigidità, ipercolesterolemia e in stadi progrediti per il sindrome metabolico.
In qualunque modo lo si voglia chiamare, si tratta di uno stato di alto pericolo esistenziale per di più "inguaribile", perché non si riesce a "riparare" sistemi biologici trasandati con un po’ di medicina e un paio di consigli a buon mercato.
[modifica] Trattamento del distress cronico
Il distress cronico si combatte con lavoro comportamentale e in casi d'emergenza con breve medicazione.
[modifica] Lavoro comportamentale
Il lavoro terapeutico sullo stress consiste in un lavoro comportamentale generico come p. e.:
* Test di autoregolazione e allenamento a maggiore autonomia
* Test e allenamento a maggiore piacere e benessere
Stress e meccanismi comportamentali
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Stress e meccanismi comportamentali
secondo Grossarth-Maticek oppure in lavori comportamentali specifici come:
* Gestione del tempo
* Gestione finanziaria e di altre risorse
* Gestione relazionale e sociale
* Punto alla situazione di appagamenti e frustrazioni quotidiane
Il primo soccorso antistressante consiste in due regole:
* evitare con tutti i trucchi situazioni frustranti
* cercare con tutti i trucchi situazioni appaganti
[modifica] Medicazione dello Stress
La medicazione dello Stress è ogni tanto inevitabile per calmare la situazione in modo da poter cominciare un lavoro comportamentale serio e portarlo al punto per cui le stampelle medicamentose diventano superflue. Normalmente bastano dei rimedi fitoterapici per i sistemi nervosi e ormonali. In casi gravi occorrono potenti psicofarmaci prescritti dallo psichiatra.
Voce inglese, che propriamente significa "sforzo, spinta". Ha lo stesso etimo dell'italiano "strizzare", e deriva, attraverso il francese antico, dal latino "districtia".
Il vocabolo stress è per la nostra lingua un apporto recente, che s'è diffuso tra i medici in occasione d'un ciclo di conferenze tenute da Hans Selye in varie città italiane, verso la metà degli anni '50, mentre fin allora suonava piuttosto come un termine tecnico forestiero, che si citava, per così dire, tra virgolette, ed era consueto soltanto entro alcuni gruppi specialistici.
Più tardi, s'è fatto strada anche nel linguaggio corrente, seguito da qualche derivato (stressante, stressato, etc.). E bisogna ammettere che, a livello colloquiale, esso ha dato luogo ad impieghi non di rado incongrui, o quanto meno superflui. Ma nel suo impiego fisiopatologico, stress può ritenersi ormai stabilmente acclimatato, come "shock" e "sport": si tratta di prestiti "di ritorno", come sport deriva da diporto, così stress è forma aferetica di distress. Insomma, etimologicamente sarebbe una stretta, una strizzata, un'angustia (o un'angoscia.)
Quando l'italiano ha accolto "stress", il vocabolo aveva subìto anche in inglese un'evoluzione semantica, che l'aveva alquanto allontanato dall'accezione originaria, conferendogli un nuovo peculiare significato.
Nel 1440 stress è l'accento tonico di una parola, o l'enfasi nel pronunciarla; nel 1843 una tensione o pressione fisica, applicata su qualsiasi oggetto materiale, nel 1968 anche un sovraccarico di un organo o una pressione mentale; nel 1971 si registra pure una sindrome da adattamento.
L'atto di battesimo dello stress che a noi tutti interessa è uno studio di Hans Selye del 1936: A syndrome produced by diverse nocuous agents. (Nature,London 138,32,4.VII.1936). Ma già l'anno avanti lo stesso autore ne aveva fatto cenno, indicando con quel termine uno stato di tensione aspecifica della materia vivente, che si manifesta mediante trasformazioni morfologiche tangibili in vari organi, e particolarmente nelle ghiandole endocrine che stanno sotto il controllo dell'ipofisi anteriore.
Hans Selye, nato a Vienna il 26 gennaio 1907, laureato a Praga, emigrato in Canada, morto nel 1982, è il padre del moderno concetto di stress. Aveva avuto naturalmente qualche precursore, tuttavia per questi lo stress era essemnzialmente il meccanismo di stimolo, successivamente Selye riserverà il termine alla condizione dell'essere vivente che subisce lo stimolo stressante, che invece si chiamerà stressor.
Stress in senso medico si definisce l'insieme degli stimoli percepiti da un organismo come sollecitazioni, sia cognitive (coscienti), inconscie, ambientali, fisiologiche, biologiche, psichiche o relazionali. Si chiamano stressori e sono da intendere come autori di processi di adattamento dell'organismo a condizioni variabili inerenti l'ambiente e l'organismo stesso.
Ogni sollecitazione (stressore percepito coscientemente o meno) chiama immediatamente delle reazioni regolative: emotive, neurologiche, locomotorie, ormonali e immunologiche; in organismi sviluppati essi sono ulteriormente corretti da funzioni cognitive.
Lo stress non è quindi una frusta dell'umanità moderna ma una condicio sine qua non di tutti gli organismi viventi. Le sollecitazioni sono una condizione di vita, ma sia nel caso in cui gli stimolatori siano presenti per eccesso che per difetto possono creare disturbi fisici e mentali. Nota:
* Stress per eccesso o difetto può essere causa di malattia e generare le patologie più diverse,
* Malattie e i correlati dolori sono causa di notevole stress.
* Malattia <=> Stress formano quindi un circolo vizioso difficile da decifrare in termini di causa ed effetto e che causa notevoli grattacapi terapeutici.
Stimoli e reazioni umane
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Stimoli e reazioni umane
Lo stress patologico provoca dei disturbi metabolici, viscerali, compotamentali dell'organismo provocato dall'azione di più svariati agenti. Tra questi agenti (agenti stressanti) si possono riscontrare:
* traumi
* shock chirurgici
* freddo
* malattie infettive
* emozioni
* sforzi fisici
* radiazioni
* intossicazioni.
Lo stress costituisce l'elemento principale della sindrome generale di adattamento formulata da Hans Selye. Questa capovolgeva alcuni punti di vista della medicina del tempo: l'attenzione era diretta sulla risposta dell'organismo, di conseguenza si poteva cominciare a pensare ad una cura in grado di modificare e di contenere questa risposta. Il termine deriva da una parole inglese che significa "forza", "violenza", mentre nel linguaggio medico indica la "somma di tutte le forze che agiscono contro una resistenza". Il termine, in italiano, è simile al significato di "tensione".
Vie di regolazione somatica umana nello stress
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Vie di regolazione somatica umana nello stress
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* 1 Stressori
* 2 Forme di stress
* 3 Programmi biologici per la regolazione di stress umano
* 4 Reazione umana a stimoli stressanti
* 5 Reazioni cognitive al distress cronico
* 6 Stress e implicazioni socio - psico - somatiche
* 7 Distress cronico come amplificatore di fattori rischio per malattie
* 8 Sindrome di adattamento, Esaurimento nervoso, Burning out, Cronique fatigue syndrome
* 9 Trattamento del distress cronico
o 9.1 Lavoro comportamentale
o 9.2 Medicazione dello Stress
* 10 Voci correlate
* 11 Bibliografia
* 12 Collegamenti esterni
[modifica] Stressori
Di stressori ce ne sono miriadi. E quello che è stress per uno, è distensivo per l‘altro. E quello che mi stressa la mattina, il pomeriggio può non interessarmi più.
Abbiamo bisogno di continui stimoli per non finire in apatia o catatonia. L‘eccesso di stimoli ci manda d‘altronde in panico.
Non si tratta quindi di evitare stressori o concetti ideali di vita armoniosa ma di metterci possibilmente in situazioni dove armonie e dissonanze si susseguono in modo gestibile (che per ognuno di noi è diverso).
Stressori
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Stressori
Lo stress è qualcosa che ci tocca e mette in moto diversi meccanismi inconsci vegetativi di preparazione all‘azione. La nostra vita quotidiana e le regole sociali sono fatte in maniera che è difficile agire spontaneamente: la preparazione non trova sfogo. E‘ un po' come far funzionare un' automobile senza lasciare la frizione.
Trovare regolarmente sfogo è quindi un‘ottima misura antistressante. C‘è chi si fuma una sigaretta (antistressante con notevoli effetti collaterali), c‘è chi si sforza fisicamente senza esito (sport, già meglio) e c`è chi fa legna (ottimo, perché distrugge materialmente qualcosa a scopo utile). Il grafico accanto raggruppa classi di stressori.
[modifica] Forme di stress
Forme di stress
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Forme di stress
Lo stress è normalmente classificato secondo il suo potenziale patogeno in:
* normale, gestibile: eustress
* continuo, a bassa intensità: distress cronico
* accidentale, esistenziale, momentaneo: stress traumatico
* per alcuni autori anche la noia (deficienza di stimoli) può essere paragonata allo stress: sia perché fa degenerare i meccanismi di controllo sia perché causa meccanismi intrapsichici stressanti
Altre classificazioni usano i nomi dei programmi di gestione per caratterizzare il tipo di stress come:
* elementare organico (p.e. malattie, incidenti)
* di auto-conservazione
* di specie-riproduzione
* socio-relazionale
Si distinguono pure le mosse sequenziali che servono ad affrontare uno stimolo potenzialmente stressante in:
* preparazione
* attivazione
* attuazione della reazione
[modifica] Programmi biologici per la regolazione di stress umano
Secondo gli scienziati del ramo ci sono dei "programmi" che in linea di massima controllano la reazione a stimoli stressanti nelle seguenti circostanze:
* Auto - conservanti: come la preparazione, l'attivazione e l'esecuzione di attacco, difesa, inerzia, fuga, ...
* Specie - riproduttivi: per puerperio, adolescenza, sessualità, concepimento, gravidanza, parto, allattamento, cure parentali
* Socio - relazionali: perdita, attaccamento, lutto, emarginazione
Programmi biologici per la regolazione di stress umano
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Programmi biologici per la regolazione di stress umano
Dopo la percezione di uno stimolo, dagli organi dei sensi specifici o aspecifici, i segnali nervosi raggiungono il talamo e il sistema limbico dove vengono integrati e creano delle emozioni. In base a questo, si inseriscono dei programmi che attivano i sistemi:
* locomotore,
* neurovegetativo,
* neuroendocrino,
* endocrino,
* e tramite gli ultimi tre anche il sistema immunitario
I sistemi agiscono poi in modo concertato sugli organi esecutivi con lo scopo di neutralizzare lo stimolo stressante.
I programmi sono predisposti geneticamente. Le funzioni cognitive umane però, danno loro delle sfumature individualizzate tramite meccanismi di impronte, socializzazione, automatismi esercitati e inibizioni specifiche.
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Reazione umana a stimoli stressanti
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Reazione umana a stimoli stressanti
Uno stimolo stressante raggiunge tramite gli organi di senso specifici e aspecifici il centro nervoso di integrazione e smistamento generale, il talamo, per poi essere elaborato nel sistema limbico sotto aspetti emotivi.
Un altro segnale "locomotore" torna simultaneamente
* tramite gli archi di riflesso spinali e/o
* il cervelletto
nell'organo locomotore adatto per eseguire immediatamente un comportamento che evita o respinge lo stimolo.
Nel frattempo:
* il talamo come integratore generale secerne neurotrasmettitori centrali (poi anche periferici) che sembrano adatti ad affrontare la situazione
* il sistema limbico, valutate le emozioni connesse con lo stimolo (anche basate sull'esperienza) mette in moto:
o la regolazione neurovegetativa: il ramo simpatico per stimoli di "allerta" o il ramo parasimpatico per stimoli di ristoro
o la regolazione neuroendocrina (ormonale) tramite la cascata ippotalamo - ipofisi - ghiandole endocrine. Secondo il caso tiroide, paratiroide, corteccia surrenale, midollo surrenale, isole del pancreas, timo, gonadi (utero, tube, testicoli, ...) e altre.
o e corregge le prime mosse del talamo.
Tutti questi molteplici segnali vengono coordinati e portano a un comportamento "di pulsione istintiva" con le preparazioni metaboliche e locomotorie adatte. In caso ideale, dopo un certo tempo, l'evento stressante grazie a tutti questi impegni è neutralizzato e il ciclo è terminato. Si passa al ristoro fino al prossimo evento stressante. Questo meccanismo é presente in tutti i mammiferi.
Come esseri umani in una società complessa e regolata, abbiamo inoltre bisogno di un sistema cognitivo più o meno sviluppato che riesce:
* a promuovere o a inibire secondo il caso certe mosse pulsive,
* a sviluppare tattiche e strategie per affrontare stimoli stressanti
o conflittuosi tra di loro o
o non neutralizzabili
senza grossi danni fisici e/o mentali.
Il sistema cognitivo è determinato e viene formato tramite:
* fattori genetici,
* la socializzazione (nei primi vent'anni di vita)
* impronte traumatiche (fisiche e psichiche), gratificazioni e frustrazioni (per determinate mosse) durante questo tempo e di seguito.
[modifica] Reazioni cognitive al distress cronico
Fisiopatologia del distress cronico
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Fisiopatologia del distress cronico
Come esseri umani non abbiamo molta scelta di reazione cognitiva sullo stress:
* Possiamo reagire smisuratamente, con tutte le forze emotive, verso ogni stressore minore . Questo a lungo va a scapito:
o delle riserve fisiologiche incorrendo nel rischio di malattie somatiche e/o disturbi mentali come salutismo, ipocondria, ...
o delle riserve mentali con conseguente isterismo, logorrea e/o il rischio di disturbi psichici paranoici.
* Possiamo evitare e/o sfuggire sistematicamente a situazioni emozionali rischiose.
o Questo permette sì una vita con poche sollecitazioni, ma abbassa man mano l'efficacia dei regolatori fisiologici e
o impoverisce notevolmente le funzioni emotive.
Ambedue restringono notevolmente il campo di tolleranza agli stressori. In caso di rilevanti stressori ineluttabili la situazione diventa critica perché:
* c'è il rischio di cadere in panico e in stati di lungo periodo di disorientamento
* oppure, se riusciamo a reagire con impassibilità (inibendo le correlate emozioni) c'è il rischio di incappare in serie malattie psichiche.
Possiamo tentare di correggere il tiro di volta in volta in maniera che i margini di tolleranza rimangano intatti e l'intensità media, proprio media. È e rimane un tentativo, perché ci possono sempre toccare degli eventi più grandi di noi.
[modifica] Stress e implicazioni socio - psico - somatiche
Reazioni neuro - endocrine allo stress
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Reazioni neuro - endocrine allo stress
Lo stress è un meccanismo biologico che mette l'organismo in allerta. In quanto tale è esistenziale (come p. e. il dolore). Gli stressori possono essere organici (dolore, rumore, puzza, …), psichici (ansia, preoccupazioni, …) o sociali (dipendenza, repressione, …). Il grafico sottostante raggruppa risposte fisiche, psichiche e sociali a degli stressori. Un altro effetto dei meccanismi endocrini (tramite l’asse dell’aldosterone) è la produzione di proteine immuno - suppressori. Questo serve a concentrare tutte le forze sulla prevista azione. Se l’azione non avvviene e se lo stato di allerta persiste, il sistema immunitario viene notevolmente indebolito. Una volta a riposo (in vacanza) si presenteranno tutti malanni che il sistema immunitario finalmente riesce ad affrontare.
Se lo stress supera una certa durata di tempo, il fatto non permette più all'organismo di ricuperare. Si chiama allora distress. Con il tempo diventa cronico e malattia (Sindrome di adattamento).
È sofisticato distinguere lo stress psicologico dallo stress somatico. Infine ogni distress cronico coinvolge disturbi fisici, mentali e sociali.
[modifica] Distress cronico come amplificatore di fattori rischio per malattie
Distress: Amplificatore di malattie
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Distress: Amplificatore di malattie
Il distress cronico e probabilmente anche dei traumi causano anzitutto un'amplificazione rilevante dei fattori a rischio per pressoché tutte le altre malattie degenerative.
Grossarth-Maticek ha dimostrato questo fatto in un esteso studio epidemiologico riguardo le malattie:
* cardiocircolatorie: ipertensione, infarto cardiaco, ...
* digestive e metaboliche: diabete II, sindrome metabolico, ulcere gastriche e duodenali, ...
* respiratorie: tumori polmonari, ...
La continua sovrastimolazione dei sistemi neurovegetativi e ormonali tiene attivato continuamente le funzioni di allerta e disattivati le funzioni di ristoro. Questo fa esaurire con il tempo gli uni e degenerare gli altri. Il grafico di fianco (Distress) riporta un'esempio di Grossarth-Maticek riguardante tumori polmonari. Altre patologie dimostrano qualitativamente simili correlazioni.
[modifica] Sindrome di adattamento, Esaurimento nervoso, Burning out, Cronique fatigue syndrome
Il nostro organismo resiste a lungo a rilevanti stressori: di solito troviamo delle compensazioni emotive e locomotorie.
Se invece la situazione si aggrava, diversi sistemi e organi degenerano e si ammalano sia per mancato uso sia per abuso (amplificazione di altre malattie).
In questo stadio non si fa tanto caso agli stressori (quelli del lavoro precedente sono sostituiti da quelli della malattia stessa).\\ Individui dalla costituzione molto robusta superano o non cadono invece in questa fase , finché i regolatori cedono e mettono fuori uso il normale funzionamento dell’ l'organismo.
Le nostre nonne questo stato lo chiamavano "esaurimento nervoso", Selye parlava di sindrome di adattamento (oggi si usa in aeronautica spaziale), i medici e psichiatri di oggi l'hanno nominato Burning out e Cronique fatigue syndrome.
La deviazione endocrina è poi responsabile per diversi disagi e rischi tipici dello stress, come p.es. l'impotenza, la frigidità, ipercolesterolemia e in stadi progrediti per il sindrome metabolico.
In qualunque modo lo si voglia chiamare, si tratta di uno stato di alto pericolo esistenziale per di più "inguaribile", perché non si riesce a "riparare" sistemi biologici trasandati con un po’ di medicina e un paio di consigli a buon mercato.
[modifica] Trattamento del distress cronico
Il distress cronico si combatte con lavoro comportamentale e in casi d'emergenza con breve medicazione.
[modifica] Lavoro comportamentale
Il lavoro terapeutico sullo stress consiste in un lavoro comportamentale generico come p. e.:
* Test di autoregolazione e allenamento a maggiore autonomia
* Test e allenamento a maggiore piacere e benessere
Stress e meccanismi comportamentali
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Stress e meccanismi comportamentali
secondo Grossarth-Maticek oppure in lavori comportamentali specifici come:
* Gestione del tempo
* Gestione finanziaria e di altre risorse
* Gestione relazionale e sociale
* Punto alla situazione di appagamenti e frustrazioni quotidiane
Il primo soccorso antistressante consiste in due regole:
* evitare con tutti i trucchi situazioni frustranti
* cercare con tutti i trucchi situazioni appaganti
[modifica] Medicazione dello Stress
La medicazione dello Stress è ogni tanto inevitabile per calmare la situazione in modo da poter cominciare un lavoro comportamentale serio e portarlo al punto per cui le stampelle medicamentose diventano superflue. Normalmente bastano dei rimedi fitoterapici per i sistemi nervosi e ormonali. In casi gravi occorrono potenti psicofarmaci prescritti dallo psichiatra.
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