Ansiolitici e ipnoinducenti
Gli ansiolitici più comuni sono a base di benzodiazepine (BDZ) un princiop attivo utilizzati sin dall'inizio degli anni '70.
I sedativi ipnotici sono utilizzati terapeuticamente nel trattamento di:
Sono utilizzati anche in pre-anestesia e in anestesia, possono ritrovarsi associati con altri farmaci come gli analgesici. La somministrazione avviene usualmente per via orale, in forma di compresse, alcuni sono assunti sotto forma di sospensione liquida. Sono inoltre disponibili anche forme iniettabili. Gli effetti dei sedativi ipnotici consistono in una generale depressione del SNC, del sistema respiratorio e del sistema cardio-vascolare. In alcuni casi tali sostanze inducono una reazione d'ira, durante la quale la persona diventa violenta e imprevedibile.
I sedativi ipnotici:
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diminuiscono la trasmissione degli impulsi nervosi
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diminuiscono il tempo di addormentamento e il sonno REM
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diminuiscono la pressione sanguigna e la frequenza cardiaca
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diminuiscono l'ampiezza e il tono delle contrazioni gastro-intestinali
Neurolettici o antipsicotici
Gli antipsicotici presentano un'azione prevalentemente antidelirante e antiallucinatoria e non sono dei tranquillanti maggiori "supersedativi", come alcuni credono. Vengono impiegati prevalentemente per la terapia della schizofrenia e di altre manifestazioni psicotiche. Possono essere somministrati per via orale, intramuscolare, e per via venosa. Alcuni tra i farmaci più diffusi in questa categoria sono:
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Serenase
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Haldol
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Largagtil
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Moditen
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Melleril
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Nozinan
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Orap
Assunti a dosaggi adeguati riducono il delirio, le allucinazioni (le voci), i comportamenti devianti degli psicotici, favorendone il reinserimento sociale. Assunti da un soggetto non psicotico, non producono uno stato di sedazione quanto piuttosto una estrema indifferenza agli stimoli ambientali e un fortissimo appiattimento emotivo. Non inducono né assuefazione né dipendenza, non sono particolarmente tossici, ma possono produrre però importanti e consistenti effetti collaterali: riduzione della mimica facciale, rigidità e tremori muscolari simili al morbo di Parkinson.
Antidepressivi
In generale i cosiddetti antidepressivi sono psicofarmaci utili nel trattamento della sintomatologia depressiva. In soggetti che non presentano disturbi di questo tipo, i farmaci antidepressivi generalmente non danno alcun effetto psicologico desiderabile, mentre possono comportare una generale sensazione di fatica e alcuni sgradevoli effetti collaterali. Per questo i farmaci antidepressivi non sono oggetto di abuso tossicomanico.
In persone depresse, invece, gli antidepressivi si dimostrano spesso capaci di migliorare il tono dell'umore, di sbloccare l'inibizione psicomotoria tipica del depresso, di attivare l'appetito e, in qualche caso, di moderare l'ansia del soggetto.
Gli antidepressivi attenuano i sintomi della depressione, ma non risolvono le cause del proprio malessere psicologico, per cui vanno sempre associati alla psicoterapia
A causa dei loro effetti collaterali sono indicati sopratutto nel trattamento delle depressioni gravi. Si rivelano molto meno efficaci e quindi altamente sconsigliati per le forme di lieve depressione.
Dottoressa Anna Zanon
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